Ho veduto una sola volta l'unica, colei che la mia anima cercava
Un tempo fui felice, Bellarmino! Lo sono ancora? Lo sarei anche se il sacro istante in cui la vidi per la prima volta fosse stato l'ultimo?
Ho veduto una sola volta l'unica, colei che la mia anima cercava, e la perfezione che noi collochiamo al di sopra delle stelle, che noi allontaniamo sino alla fine del tempo, questa perfezione l'ho sentita presente. Era. là, questo essere supremo, là nella sfera della umana natura e delle cose esistenti.
Non domando più dove essa è; è esistita nel mondo e può ritornarvi; vi è soltanto nascosta. Non domando più che cosa sia, l'ho veduta, l'ho conosciuta.
0 voi, che cercate quanto vi è di più alto e di più perfetto, nella profondità della sapienza, nel tumulto dell'azione, nel buio dei passatoi; nel labirinto del futuro, nelle tombe e al di sopra delle stelle! conoscete il suo nome? il nome di ciò che è uno e tutto?
Il suo nome è bellezza.
Sapevate voi ciò che volevate? Io non lo so ancora, ma ne ho il presentimento; il presentimento della nuova divinità e del nuovo regno e mi affretto verso di esso e afferro gli altri e li conduco con me come il fiume le correnti verso l'oceano.
E tu, tu mi hai indicato il cammino! Con te ho incominciato. Non sono degni di ima parola gli anni in cui non ti conoscevo ancora.
O Diotima, Diotima, celeste creatura.
[…]
Non ti lasciare però sviare dalla pietà. Credimi, ovunque ci resta ancora una gioia. Il dolore genuino esalta. Chi calpesta la sua miseria si eleva. Ed è cosa magnifica il sentire, nel dolore, la libertà dell'anima. Libertà! chi comprende questa parola — è una parola profonda, Diotima. Sono cosi colpito nel più intimo io, sono inauditamente umiliato, sono senza speranza, senza scopo, totalmente senza onore e, tuttavia, è una potenza in me, qualcosa d'indomabile che pervade le mie ossa con un dolce brivido, tutte le volte che si desta in me.
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